giovedì 12 gennaio 2017

Ebrei 3,7-14 e Marco 1,40-45
Siamo, infatti, diventati partecipi di Cristo!

Nella lettera agli Ebrei, l'essere partecipi di Cristo, cioè avere lui in comune tra noi e Lui stesso, è la condizione per orientare costantemente la scelta della vita, e per allontanare la seduzione del peccato, cioè del maligno. È la relazione bella con lui, umanamente compresa e affettivamente sentita che impone la conversione alla vita. Nello stesso modo si comprende anche la guarigione del lebbroso, narrata nel Vangelo di Marco. Ciò che determina la purificazione dalla lebbra, non è l'insistenza del lebbroso o la preghiera del Signore, ma partecipare di una unica volontà di salvezza: "lo voglio, sii purificato". Il nostro rapporto personale con Gesù esige una costante cura, anche da parte nostra, non è una condizione che si autodetermina; ma occorre una amorevole cura della amicizia, al pari di tutti gli altri miei amici, questo rappresenta il vero atto di fede!
In quale modo, oggi, avrò cura di questa amicizia?

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