giovedì 31 dicembre 2015

1 Giovanni 2,18-21 e Giovanni 1,1-18
" ... pieno di grazia e verità".

"Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia".
A conclusione dell'anno, cosa abbiamo ricevuto? Ma ... in quale senso abbiamo ricevuto?
La nostra vita non si comprende se non come dono di chi ci precede rispetto al passato e al futuro. Il fatto che Dio si è incarnato, pone nella storia il segno di ciò che da senso e significato al passato e garantisce pure il futuro. Ridurre tutto il significato dell'esistenza a una convergenza di possibili teorie scientifiche, se pur suffragate da una logica razionale, ma finita, svilisce il segno profondo di ciò che è la vita. A conclusione di questo anno, dove nella vita abbiamo toccato tutte le esperienze possibili, dal nascere al morire, dal gioire al soffrire, dell'amare all'odiare, dal patire al guarire ecc... Non possiamo non riconoscere che la vita ha una pienezza che le è riversata da qualcun altro o addirittura dall'alto, dal cielo. Il "Verbo" si fece carne, si fece vita ... Quel farsi carne porta nella carne (cioè nella vita e nell'esistenza) cioè nella nostra vita quella pienezza che Giovanni evangelista chiama "grazia e verità" cioè grazia su grazia, grazia dopo grazia ... Accostarmi con stupore alla vita mi permette di accogliere ciò che ho ricevuto e con gratitudine restituirlo, ciò rappresenta il modo di vivere il mistero del verbo incarnato.

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