venerdì 25 dicembre 2015

Messa della Notte di Natale
Isaia 9,1-6 / Salmo 95 / Tito 2,11-14 / Luca 2,1-14

(...) Quel bambino chiede di essere amato ... Amiamo la misericordia (Gesù stesso) e così diventeremo anche noi un po misericordiosi. 
Noi, ciascuno di noi oggi ha bisogno solamente di una cosa, una fra tutte ... di tornare a imparare che si è cristiani non di nome ma di fatto ... Saremo veramente cristiani se la misericordia tradirà il nostro agire umano, se la misericordia darà forma alle nostre azioni, se la misericordia farà capolino nel nostro quotidiano, magari richiamandoci a una fedeltà rispetto alla quale facciamo fatica, rispetto alla quale proviamo durezza.
Tra le tante fatiche delle nostre relazioni complicate, tra le energie che impieghiamo a gestire tutta la nostra vita dobbiamo ritornare a pensare che il nostro Dio è misericordioso e che la misericordia è fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza ... è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro.
La misericordia allora non è un concetto intellettuale ma una modo di pensare la vita e un modo di viverla.
Misericordia dice papà Francesco: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato.
I pastori riconoscono nel Segno la misericordia di Dio e se ne tornarono lieti, pieni di gioia e di stupore cantando per sempre, in eterno la misericordia del Signore.

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