domenica 13 settembre 2015

Isaia 50,5-9 / Salmo 114 / Giacomo 2,14-18 / Marco 8,27-35
Pensare le cose di Dio ... Pensare le cose degli uomini.

Un sano esercizio per il discernimento
Gesù si allontana, meglio Gesù esce dai soliti luoghi e raggiunge la sua "periferia", geografica Cesarea di Filippo, ma anche umana, chi non è israelita, ed è percorrendo quella strada verso la periferia che pone le sue domande, che non trovano una risposta univoca e consistente ... Ma è anche il luogo dove pone quella domanda che spezza interiormente i discepoli: Chi sono io per voi?
Fintanto che continuerò a farmi domande su di Lui, non comprenderò nulla di Lui ...
Potrei dire tutto e il contrario di tutto, così come può essere affascinante e buono per alcuni, per altri può essere un illusionario e un ingenuo. La questione invece diventa importante quando dalle domande su di Lui l'obiettivo si sposta su di noi, su cosa Lui è per noi.
Ma non è una domanda soggettiva ... Gesù non cerca mille risposte ... Ma vuole portarmi all'unica risposta che serve all'uomo: "tu sei il Cristo", cioè l'unto.
Tu sei il Cristo
Quella unzione cambia tutto! Gesù porta nella periferia dell'umano, attraverso quella domanda ai discepoli, il suo essere unto, il suo essere Cristo. Forse, per noi essere unto non significa più un gran ché, ma questa parola richiama invece il suo essere Sacerdote, Re e Profeta. Una identità complessa che si colloca di fronte e anche in noi in forza del battesimo, ma che risponde alle domande fondamentali dell'uomo:
- a chi appartengo, da dove vengo e dove vado? Il Sacerdozio dice una mediazione e una relazione che è celebrata nell'amicizia eterna tra Dio e ciascuno di noi.
- chi si prende cura di me? Il Re è colui che l'ha dal Padre la missione di prendersi cura di me, del mio destino, della mia vita ... Il Re è colui che per prendersi cura di me, prima di tutto mi ama!
- quale "parola" può narrarmi la vita: illuminarmi, riempirmi di verità? Il Profeta è quella parola di Dio che viene seminata nell'oggi.
Comprendere chi è il Cristo, significa prendere seriamente sul serio Gesù, e tradurla come priorità di vita. Le sue parole sulla sequela, diventano la condizione della nostra missione. Ciò che Gesù mi propone non è un semplice contratto di collaborazione e di dipendenza lavorativa. Le sue parole implicano una condizione di assoluto dono, chiedono una vita spesa in questo mondo per generare una vita spesa per il regno dei cieli.
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà
Ma tutto questo è il pensiero di Dio!

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