venerdì 6 maggio 2016

Atti 18,9-18 e Giovanni 16,20-23
La tristezza diventa gioia

Nessuno ci toglie la tristezza e il pianto, non c'è nessuna sostituzione, ma è la stessa tristezza e pianto che diventa gioia. 
È un modo particolare di comprendere la gioia; certamente libera dai condizionamenti del momento presente, non una gioia come esaltazione estemporanea, ma una gioia che si fa strada pure nel mezzo delle fatiche e delle tristezze. Come infatti il bambino è il motivo della gioia della madre che nemmeno ricorda più le doglie e i dolori del parto, così l'incontro con il risorto, che appaga ogni "domanda" è l'evento che esprime la gioia, già custodita nell'esperienza della fede e della testimonianza del discepolo. La gioia non si manifesta all'improvviso, ma si rivela li dove già era intessuta nella vita del credente.

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