mercoledì 18 maggio 2016

Giacomo 4,13-17 e Marco 9,38-40
Un Dio presente


La vita del discepolo, anche per il discepolo stesso, rappresenta uno spazio di meraviglia e stupore! Guai se ciascuno di noi non sperimentasse la sorprendente presenza del Signore! La sua presenza, infatti, riconduce il nostro pensiero e il nostro agire  alla condizione di "vapore che appare per un istante e poi scompare" (Giacomo); condizione per nulla negativa, anzi, riporta ciascuno all'originale affidamento per cui, "Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello ..." (Giacomo)!
Sentire la volontà di Cristo, la sua libertà, il suo amore e la sua forza di azione che si intreccia con la nostra volontà, con la nostra libertà, col nostro amore e il nostro agire è l'apertura al mistero che pervade ogni cosa e che costruisce la vera comunione, per cui più che essere contro, si percepisce l'essere per il Signore (Marco).

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