sabato 18 febbraio 2017

Ebrei 11,1-7 e Marco 9,2-13
"La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede ..."


Spesso siamo più inclini a ricercare le fondamenta della fede, ma è proprio questo tentativo della ragione a distruggere il contenuto di ciò che è la fede, la fede non ha delle fondamenta, ma è la fondamenta. È questa prospettiva che permette di assumere la fede non semplicemente come criterio di lettura della realtà e delle esperienze umane, ma, prima di tutto, come condizione di esistenza. L'esistere delle "cose" rivela ed è già da sé implicito riferimento alla stabilità, fedeltà, eternità di Dio creatore, che è il senso è contenuto del nostro credere, della nostra professione di fede. In altri termini, l'esistenza delle cose, del tempo, della realtà implica non solo una relazione con esse, in esse e attraverso esse, ma attesta l'esistere assoluto dal quale sono tutte le cose. La fede è quindi vera immersione nel mistero, non è semplicemente "cosa" nascosto, ma come afferma la lettera agli Ebrei, è condizione sorgiva (sorgente), fondamenta e prova insieme.

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