sabato 25 febbraio 2017

Siracide 17,1-13 e Marco 10,13-16
"... a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo."


Quella del Vangelo è una immagine di una forza straordinaria: "chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso". E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Ci sono due dinamismi che si intrecciano, forse in modo indissolubile: il regno di Dio che nell'essere accolto diviene, e il prendersi cura accogliendo i "bambini". Due azioni in realtà fuse nella stessa dimensione dell'accoglienza.
Il regno di Dio non si aggiunge alla vita degli uomini; il regno di Dio non è un fregio decorativo e nemmeno un premio. Il regno di Dio, trova nella vita del discepolo di Gesù, l'occasione e la condizione per divenire e avvicinarsi, nella misura in cui l'accoglienza ne prepara la possibilità di manifestarsi; come un bambino che vive di desideri, e trasforma i desideri in realtà. L'altro dinamismo è la cura dei "piccoli", che alla luce di Siracide è un comando imperativo: prendersi cura del prossimo. Sembra proprio che per tutti noi, il regno di Dio passi dentro le belle relazioni di cui siamo capaci. 

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