lunedì 20 febbraio 2017

Siracide 1,1-10 e Marco 9,14-29
Ciò che ottiene la preghiera ...


Non siamo mica abituati a considerare la forza della preghiera come antidoto alla presenza, radicata, del maligno. Il demonio, cioè il divisore, colui che separa in noi la vita da figli dalla vita del Padre, per condurci alla pazzia, alla schizofrenia esistenziale, occorre vincerlo, bisogna scacciando. Non sto ... impazzendo ... ma come Gesù (... e non possiamo considerarlo uno "sciamano" più potente dei suoi discepoli) che è capace di scacciare il demonio con la preghiera, anche noi possiamo farlo quando la preghiera è esperienza di comunione e vincolo di unità. Si tratta di quella preghiera che sgorga per la forza della fede, quella stessa preghiera è come "ago e filo" per cucire, capace di risaldare ogni frattura e divisione, e rigenerare quella tenera vicinanza del Padre che Gesù esprime nel prendere per mano e nel fare alzare: "ti tengo con me, ti stringo a me e ti ridono vita, risorgi dalla morte".

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