giovedì 23 marzo 2023

Siamo duri di cuore

Esodo 32,7-14 e Giovanni 5,31-47

Mentre Mosè si trova sul monte faccia a faccia con il Signore, il popolo percepisce l’assenza di Dio e di qualcuno o qualcosa che lo rappresenti. É in questo contesto di fragilità, come oggi potremo rileggere quell'avvenimento, che convincono Aronne a creare un segno, e a celebrare un giorno di festa per la “ritrovare” la presenta del Signore.
A volte anche noi siamo convinti che attraverso l’osservanza fedele di pratiche religiose ci garantiamo la vicinanza di Dio o almeno una certa protezione dalle disgrazie, per poi crollare al minimo problema che ci capita all’improvviso. Anche oggi dobbiamo riconoscere la nostra fragilità quando ci poniamo in quella stretta correlazione che pretende di dare una misura proporzionata alla relazione tra Dio e il nostro essere religiosi e devoti. Oggi potremmo valutare con attenzione come anche oggi sia facile il passaggio dalla ritualità di prassi necessaria per giustificare la presenza di Dio alla mancanza di un vero senso di relazione col Dio vero: "il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra di Egitto, si è pervertito".


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