domenica 26 marzo 2023

Relazioni, amicizia e vita

Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

Abbiamo percorso il nostro itinerario quaresimale nella riscoperta del valore della relazione; dell'essere comunità; di uno sguardo sull'altro, nella scoperta di Dio.

È stato un modo per rimettere al centro ciò che rende speciale la nostra fede. Ma forse occorre anche ammettere che siamo ancora molto lontani dal cambiamento di mentalità e di atteggiamenti che in realtà abbiamo solo avviato come processo. La fede infatti che viviamo è spesso pura formalità religiosa; l'appartenenza alla comunità, cioè essere Chiesa,  una registrazione anagrafica e la scelta di fede, una opinione variabile.

È molto forte e diretto il Dialogo tra Marta e Gesú,  tra Gesù e Maria, le sorelle di Lazzaro,  un dialogo sul senso della vita e della sua appartenenza al mistero della eternità, e da dove questa vita ha realmente origine. 

Ciò di cui ci parla il Vangelo, e tutto ciò che ci viene detto è il frutto di una relazione di amicizia a cui non siamo abituati, come espressione della fede rispetto a Gesù: la nostra fede è l'amicizia con lui.

So per certo che Gesù amava Lazzaro, Marta e la sorella Maria, più volte Giovanni ci dice questo. Li amava proprio tanto, e proprio per questo non lascia Lazzaro chiuso in quel sepolcro, ma con le lacrime agli occhi grida davanti a quella tomba: "Lazzaro vieni fuori!"

Dio piange e grida ... Non solo per sfogo, ma per trasformare l'amore e l'amicizia in una forza di vita. 

Che bello un Dio che piange ... ci avete mai pensato ...

Siamo di fronte a una amicizia vera e ricambiata. Per questi amici di Gesù la fede non si era costruita sulla meraviglia per i segni, o sul fascino delle sue parole, ma sull'amicizia. Una amicizia che dimostra di essere fonte di risurrezione e di vita. Questo è straordinario per noi. Come posso gustare l'amicizia con Gesù oggi?

Questa è possibile solo nell'esperienza dell'amicizia che facciamo tra noi. Quando le nostre amicizie ci danno il gusto della vita, ci sostengono, ci comunicano e condividono affetto... Lì in quella condizione rivive lo stesso clima di Betania della casa di Marta, Maria e Lazzaro.

Tutto ciò che accade nell’amicizia ha un altissimo e profondo valore teologico, umano ed esistenziale ... Ma soprattutto ci dice che tutto questo accade perché  Gesù ci ama. Gesù ci ama, per questo alla nostra vita succederà la risurrezione, la vita di eterno amore.

Questa relazione ci permette di riconoscere la bellezza struggente dell’umanità di Gesù: lo vediamo fremere, piangere, commuoversi, gridare. Un Dio umanissimo, quello che ogni uomo cerca: non un Dio da adorare e venerare nell’alto dei cieli, ma un Dio coinvolto e si coinvolge, che ride e piange con i suoi figli. Gesù sembra proprio forzare la potenza di quelle parole così assolutamente umane, ora così assolutamente divine.

L’amicizia, infatti, è lo spazio privilegiato delle nostre relazioni. Nelle amicizie viviamo la relazione, soffriamo la relazione, cresciamo e maturiamo nelle relazioni. Anche Gesù cerca la nostra amicizia per donarsi a noi totalmente. Nella Comunione Eucaristica, nel segno del pane, Gesù esprimere il livello più alto dell'intimità e della relazione con noi: una vera fratellanza.

Ecco allora la motivazione più profonda del nostro itinerario quaresimale: uscire dai nostri sepolcri relazionali, seguire la voce di Gesú e coinvolgere nell'amicizia con lui.

Noi oggi, per certi versi, viviamo chiusi nei nostri sepolcri esistenziali. Corriamo il rischio di abituarci anche a questo genere di morte, rischiamo di morire alla relazione umana; l'altro non è più un fratello, ma un estraneo. Gli amici non sono più così importanti, non riempiono più i miei pensieri, le mie attenzioni o le mie giornate ... e poco per volta li sto dimenticando.

È necessario che dai nostri sepolcri esca il puzzo di morte! Diamo aria fresca, diffondiamo l'odore fragrante dell’amicizia.

 

Nessun commento:

Posta un commento