Deuteronomio 4,1.5-9 e Matteo 5,17-19
La memoria, il ricordo sono fondamento della nostra identità. Gesú non è un Fariseo e neppure un pubblicano ragioniere esattore di tasse, individui attenti alle regole e alle leggi, rigorosi nel chiederne il rispetto. È la nostra deformazione mentale e legalista a snaturare il senso della legge. In Deuteronomio, la Legge, rappresenta un approdo, il vertice, un momento in cui il cammino dell'uomo giunge a riconoscere la sintesi della manifestazione/rivelazione di Dio e della comprensione di se stessi. Dalla barbarie, dalla sopraffazione del fratello, dalla indifferenza al mistero, si giunge al riconoscere attraverso la memoria del proprio cammino e della propria vita; il "focus" della legge impressa nel nostro cuore. La legge è connaturale al cuore.
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