venerdì 24 marzo 2023

Profezia della Passione

Sapienza 2,1.12-22 e Giovanni 7,1-2.10.25-30

Siamo di fronte a un passo della Sapienza di Israele che rivela la piena consapevolezza del destino di vita e di morte, dei giusti e degli ingiusti.
Sembra che l’autore del Libro della Sapienza voglia mettere in chiaro l’argomento della vita eterna. Per gli ingiusti che "non conoscono i misteri di Dio” e quindi non credono alla vita eterna, anche per essi è “ricompensa per la rettitudine” e “premio per una vita irreprensibile”. Certo, essi non credono che questo “giusto povero” sarà liberato dalla morte, ma ammettono che tale è la fede di colui che ora vogliono uccidere.
L'autore descrive il pensiero degli ingiusti: “Hanno pensato così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati”. Essi sembrano infatti ben consapevoli dell’azione divina di salvezza: “Se il giusto è figlio di Dio, Egli verrà in suo aiuto e lo libererà”, essi vogliono “conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione”!


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