venerdì 2 ottobre 2015

Esodo 23,20-23 e Matteo 18,1-5.10
L'amico invisibile

Quando eravamo bambini, era facile con l'immaginazione, pensare e credere che un amico invisibile ci custodiva e giocava con noi. Un amico fedele che mai ci avrebbe tradito. Spesso questa convinzione trovava il sorriso disincantato degli adulti, spesso incapaci di sentirsi custoditi e accompagnati e ormai abituati a vivere  nella solitudine.
L'affidamento al "messaggero divino" rappresenta una parte della promessa a Israele. Tale Parola ha un fine: condurre nella terra promessa, cioè portare a compimento quel cammino di liberazione e di fedeltà che in altro modo possiamo intendere come entrare nel Regno dei cieli. Questo custodiarci e questo accompagnarci,  non è suggestione psicologica, ma si traduce in una educazione al regno dei cieli.
"Farsi piccoli come i bambini" ... ci permette di superare il limite di chi "troppo grande" non si lascia custodire e non si lascia codurre a ciò che vede l'amico invisibile. 

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