sabato 10 ottobre 2015

Gioele 4,12-21 e Luca 11,27-28
La mia gioia sei tu ...


Quella donna che d'in mezzo alla folla Ti benedice, esprime tutta la gioia di chi Ti incontra e trova nelle Tue parole quella consolazione che mette pace nella vita. Quella donna più di tutti gli scribi e i farisei ha compreso che il mistero di Dio non è nascosto nelle norme della Legge, ma si rivela nella carne. Quella carne nella quale, il mistero stesso diviene beatitudine e benedizione, di generazione in generazione. Gesù però immediatamente riconduce la felicità della donna alla condizione per cui, in ogni momento è possibile la memoria di quel l'incontro apportatore di pienezza. Noi interpretiamo le "parole ascoltate" come il Vangelo, per  la donna invece, le "parole" sono il contatto, l'incontro reale con Gesù stesso. Mettersi in ascolto delle parole, e farle, non è semplicemente un leggere e un agire morale; l'ascolto diviene risonanza nella vita della memoria che io posso fare del Signore. Questa memoria è eco e pienezza, mi riporta a Gesù e mi riempie di Lui.

Nessun commento:

Posta un commento