domenica 4 ottobre 2015

Genesi 2,18-24 / Salmo 127 / Ebrei 2,9-11 / Marco 10,2-16
Il Regno dei Cieli va accolto come lo può fare solo un bambino!


Dopo avere per più volte descritto e raccontato il Regno di Cieli, come la realtà nuova, come il modo in cui si rende concreto ciò che è Dio, e ciò che è di Dio nella vita umana, Gesù va oltre, chiede di comprendere come fare spazio a questa realtà nuova.
Ogni discepolo deve essere come un bambino che di fronte a una proposta, la fa sua attraverso un desideri totalizzante, che lo coinvolge senza riserve.
Questa è una immagine che suggerisce quella accoglienza che va oltre alla assimilazione, che va oltre al l'adeguamento, ma ci coinvolge da subito una conversine rispetto alla proposta che il Regno dei Cieli contiene.
Il discepolo allora diviene portatore della proposta di Dio, di una relazione con lui, di un amore che ha origine nell'eternità, di una tenerezza che è misericordia ...
Tutte esperienze che possono appartenere all'uomo, ma che sono una esclusiva di Dio.
Anche la famiglia fa parte delle esperienze che appartengono al Regno dei Cieli.
Nonostante i continui tentativi di spogliarla della sua trascendenza, la famiglia appartiene al Regno e alle "cose sacre".
"Monsignore ama un uomo", ultimo scandalo Vaticano, esplicita come il tentativo di svuotate la sacralità viene perseguito a tutti i livelli e in tutti i modi.
L'antifamiglia, perché di questo ormai si tratta, serve ad azzerare il valore delle relazioni affettive e a fissare in modo istituzionale i vincoli parentali e di amore. La scusante della libertà di amare come assoluto e forma di rispetto ci parla solamente di un amore vissuto, pensato e generato dentro la natura umana ... Trascurando che ciò che è umano è opera di Dio ... Le relazioni umane trovano la loro verità è il loro compimento solo in quella trascendenza che le porta a Dio. Diversamente tutto si esaurisce in forme gratificanti più o meno sofisticate e giustificate.
L'antifamiglia porta all'isolamento, all'individualismo al baratro della solitudine esistenziale, pur all'interno di vincoli che risultano semplici convivente, semplici accompagnamenti ma mai vere comunioni, mai vera incarnazione: "unità di una sola carne".
Il discepolo di Gesù è l'uomo è la donna che dalla Parole viene a conoscere il modo in cui Dio ha creato l'uomo e il suo modo di essere. Conosce Dio come origine e fondamento ... E impara che le relazioni umane so collocano e si generano nell'esperienza della fedeltà e sacralità ... Poi viene tutto il resto ...

Nessun commento:

Posta un commento