venerdì 30 ottobre 2015

Romani 9,1-5 e Luca 14,1-6
Lo stavano a guardare ...


Guardano e tacciono... I farisei, non sanno come reagire. Forse nemmeno se un figlio cadesse nel pozzo si muoverebbero per salvarlo; mentre - Gesù insinua questo - si muoverebbero per salvare il bue. La strana commistione tra leggi, formalità e interessi snatura l'espressione della nostra umanità, la rende falsa e ipocrita. Ciò che Gesù in modo provocatorio pone di fronte a tutti è l'uomo malato, egli è un figlio ... non è una malattia applicata a un corpo, non è un caso umano, non è una sciagura da cui difendersi ... ma un figlio che attende di essere salvato. Questo figlio deve muovere la nostra commozione, deve scuotere la nostra compassione. È necessario che ci lasciamo toccare dalle fragilità umane per sovvertire la durezza che ci rende osservatori inermi. Noi che viviamo nel giorno di Dio,in un sabato che si rinnova in ogni istante, impariamo a fare gli stessi gesti e azioni del Signore ... Si tratta di tirar fuori il bue e il figlio dal pozzo! E sarà sempre un vero sabato! Sarà vera carità!

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