domenica 17 luglio 2016

Genesi 18,1-10 / Salmo 14 / Colossesi 1,24-28 / Luca 10,38-42
Maria, essendosi seduta, ascoltava la parola di Lui ...

Le nostre comunità, anzi la nostra comunità parrocchiale, come ogni realtà umana porta in sé stessa diverse contrapposizioni e problematiche; la pagina del Vangelo di Luca ci anticipa che nemmeno la casa dei suoi amici più stretti è un angolo di paradiso. 
Il racconto di Luca è la descrizione di un conflitto che si consuma sfruttando la presenza, la visita di un ospite: Gesù.
... Quante volte Marta, da brava padrona di casa avrebbe voluto sgridare, riprendere la giovane sorella Maria per i suoi atteggiamenti spesso distratti e di scarsa attenzione alle necessità di casa.
Non c'è in questo Vangelo nessuna contrapposizione tra vita attiva (o laica, profana) e vita contemplativa di preghiera (religiosa, vita consacrata);  ogni lettura in questo senso è una forzatura.
La pagina del Vangelo, continua il brano dell'accoglienza e riconoscimento del prossimo, quello appunto del buon Samaritano ... 
Dopo aver capito chi è il mio prossimo e come si fa l'accoglienza, bisogna comprendere come si diventa "samaritani".
Il fare le cose, della comunità e nella comunità, non garantisce la condizione di maturare gli atteggiamenti e i sentimenti di Gesù buon samaritano: "imparate da me che sono mite ed umile di cuore". Marta, donna energica e attiva, che compie tutte le opere dell'accoglienza, ne è talmente presa, tanto da essere distratta persino rispetto alla presenza di Gesù. A lei sembra di fare tutto per Gesù, ma in realtà fa tutto per il "suo fare": "non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?"
Maria, pur se sembra una adolescente distratta e indolente, in realtà ci propone il modo di custodire ciò che abbiamo capito essere il buon samaritano. La parte migliore, non è un privilegio ma è semplicemente la condizione che meglio ci permette di accogliere lo stile del "samaritano": " ... seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola".
L'ascolto del maestro! In quei tempi la gente correva per ascoltare Gesù, per comprendere come quelle parole centravano con la vita di tutti i giorni. Ma questa resta la parte migliore che la comunità deve continuare a vivere e cercare: le sue parole come condizione dello stile di vita cristiana. La comunità non si fonda sulle nostre relazioni, ma si riconosce se tutti ci sediamo in ascolto ai piedi del maestro; poi faremo di conseguenza tutto ciò che dobbiamo fare, e finalmente saremo servi inutili, come Gesù che è venuto per servire e non per essere servito.

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