domenica 16 ottobre 2016

Esodo 17,8-13 / Salmo 120 / 2 Timoteo 3,14-4,2 / Luca 18,1-8
Impariamo la "preghiera"


Non riesco a togliermelo di mente, ma quando ripenso questa parabola mi risuona nella testa quella frase di un discepolo anonimo che si rivolge a Gesù, dopo averlo visto pregare, e gli chiede: "Signore insegnaci a pregare ..."
Forse il vero problema del pregare è che non abbiamo imparato a farlo per bene!
Ci è stato insegnato di pregare con parole che per quanto belle non abbiamo fatto nostre, ci è stato chiesta la perseveranza ma ci siamo dispersi nel deserto delle suggestioni, dei desideri e delle nostre pretese e contraddizioni.
Quando Gesù insegna a pregare ai suoi discepoli, non insegna solo delle parole da usare, ma rivela che la preghiera è uno stile che riveste la vita. Il suo discepolo, alla pari del maestro è un uomo che fa della preghiera il suo spazio privilegiato.
Non si prega per mettere un sigillo alla giornata, ma la preghiera riveste pienamente le nostre giornate. Gli avvenimenti, le situazioni di vita si snodano nello sfondo di preghiera che il discepolo custodisce come realtà che costruisce la sua esistenza. La preghiera è lo spazio esistenziale in cui io e Dio, non poniamo nulla di mezzo e nella Sua misericordia mi lascio portare, mi lascio sollevare dalle sue mani. È uno spazio, è uno stile di esistenza, non una circostanza funzionale, o di precetto. 
In questo modo comprendo la preghiera in relazione alla fede e come questo binomio si alimenta nella reciprocità.
Non ci sarà fede sulla terra se si interromperà la preghiera; non ci sarà più preghiera, e vedove che insistentemente la eleveranno al cielo, se non ci sarà più fede.
La vedova della parabola non è solo insistente, ella sa bene, e crede con fede, che il giudice, anche se disonesto, è l'unico che può accogliere e rispondere alla sua preghiera.
Gesù insegnandoci a pregare ci dice:
- non si prega a caso ... ma si prega il Padre, cioè ci si accosta al Padre che è misericordioso, cioè fedele e ricco di compassione, comprensione e tenerezza. È questo Padre che cerco, per aprirgli il cuore e affidargli la vita!
- non si prega per ottenere ... ma si prega per fare! Per fare la sua volontà; per fare il suo regno; per farci suoi!
- non si prega per tacitare la coscienza ... ma si prega per accostarci alla misericordia di Dio, in vista della conversione della nostra umanità ferita e spietata.
La Chiesa, come Gesù, insegna la preghiera insistente, ma se la Chiesa che siamo noi, non prega, allora è finita l'insistenza! Ma se non c'è più il gusto di pregare ... 
Oggi in Italia il 30% dei giovani tra i diciotto e trent'anni si dichiara ateo, non credente!
Atei, ma non di un ateismo di rifiuto, ma di un ateismo di indifferenza di tutto ciò che è trascendente: si è infranto una parte importantissima della nostra umanità, essere fatti in parte di "cielo".

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