mercoledì 5 ottobre 2016

Galati 2,1-14 e Luca 11,1-4
La preghiera del Signore ...

Non è un pregare per pregare, neppure un pregare rituale ... La risposta di Gesù occorre scomporla nei minimi termini.
Pregare è un "dire": il nostro "dire" rappresenta l'espressione di ciò che risuona dentro; significa dare voce alle esperienze, alle suggestioni, ai sentimenti, alla coscienza a tutta la persona. È la persona che dice ... che racconta sé stessa ...
Si potrebbe obiettare che siamo di fronte a una preghiera soggettiva, un soggettivismo esasperato! Sì! Occorre partire dal nostro soggettivismo per accorgerci che non bastiamo a noi stessi e che tutto il "guazzebuglio" resta irrisolto. Da questa coscienza nasce la preghiera come "dire" indirizzato al Padre. È a questo punto che Gesù insegna, sottolineo: insegna come pregare; fino ad affermare: come Lui pregava. La preghiera insegnata, non è un soggettivismo esasperato, ma un percorso di umanizzazione, cioè per migliorare la nostra natura umana.

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