sabato 1 ottobre 2016

Giobbe 42,1-17 e Luca 10,17-24
Potenzialità inespresse ...


Con la parola provvidenza, si scarica, a volte, sul l'intervento di Dio ogni possibilità di cambiare la realtà è intervenire in modo nuovo circa a situazioni complicate.
Ma in realtà la provvidenza, cioè l'agire di Dio si inserisce, come rivela la vicenda di Giobbe, in una fedeltà  nella prova, dove sembra che la benevolenza di Dio sia una "giusta" ricompensa. Ma non è proprio così; la provvidenza è l'agire libero di Dio che si coinvolge, e sollecita, l'agire fedele dell'uomo. Nel Vangelo Gesù non è passivo rispetto all'agire umano: lui opera nell'operare dei 72 inviati nel suo nome. La provvidenza la si può invocare, ma in realtà la si deve lasciare agire, a partiture dalla libertà personale e dell'agire per il regno dei cieli. Quando "facciamo le cose" del regno dei cieli, la provvidenza mostra tutte le sue potenzialità, anche quelle inespresse: quelle cose che noi possiamo vedere e che altri non videro pur desiderandolo.

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