sabato 29 ottobre 2016

Filippesi 1,18-26 e Luca 14,1.7-11
Cristo "totale"


Per Paolo essere unito a Cristo va ben oltre una adesione personale o dottrinale; Paolo ci mostra un aspetto singolare dell'appartenenza al Signore: "purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato".
Sembrerebbe quasi che la vita stessa di Paolo prende significato e identità nell'esserci "annuncio di Cristo", e questo, ora, indipendentemente da lui stesso. Paolo è passato dall'azione alla contemplazione: dall'annuncio che ha generato comunità di fratelli alla fede in Cristo, alla contemplazione di un mistero: il corpo di Cristo che è la Chiesa. È in questa prospettiva che Paolo ci testimonia la sua esperienza e comprensione dell'intima unità con il Signore: "... nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia". Essere uniti a Cristo parrebbe essere una questione di scelta, ma alla lunga ci si accorge che non è così; nel tempo si comprende sempre più che "l'esistenza" personale di chi crede manifesta "l'esistenza" eterna del Signore. Questa intima comprensione è contemplazione del mistero.

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