venerdì 20 novembre 2015

1 Maccabei 4,36-59 e Luca 19,45-48
“La mia casa sarà casa di preghiera”


Esiste uno spazio reale, come il Tempio al tempo di Gesù,  oppure come lo spazio del nostro cuore, della nostra esistenza, che rappresenta con immediatezza quella stessa "casa di preghiera" che è il luogo del dimorare del Signore.
Così come al tempo di Giuda Maccabeo (prima lettura), riconsacrare il tempio che era stato profanato dai pagani, rappresenta la possibilità di realizzare la dimora di Dio in mezzo al suo popolo; nello stesso modo, Gesù scacciando i venditori dal tempio, riconduce all'origine la nostra religiosità: lo sazio della preghiera è lo spazio esistenziale dove Dio dimora in noi, noi siamo la sua sua casa di preghiera.
Custodire, difendere, e allontanate da questo "spazio" tutto ciò che appesantisce (venditori, ladri ...) l'espressione della nostra relazione con Dio, significa permettere alla preghiera di essere autentica e di guadagnare ogni giorno quel ruolo priorità che è essenziale per riconoscere chi abita in noi. Oggi mi "guadagno" lo spazio di preghiera!

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