mercoledì 11 novembre 2015

Sapienza 6,1-11 e Luca 17,11-19
La gratitudine


"In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1Ts 5,18). È la parola "eucarestia" che fa da perno alla gratitudine. Il rendere grazie si riveste di ben altro significato! Non si tratta certamente di una prassi di galateo o di buona educazione, ma possiamo iniziare a intendere la gratitudine come la dimensione dell'esistenza che incontra il mistero di Dio. Grato è chi si riconosce amato e riempito di un bene talmente necessario e bello che nel momento in cui lo ricevi - in colui che te lo dona - ti senti rigenerato e vivo nel suo amore, nel suo stesso dono. Grato è chi si sente vivere dell'amore di un altro. Tutto questo è vero per Gesù rispetto al Padre, per cui Gesù vive la gratitudine quando lui stesso si percepisce il dono del Padre, si percepisce come la Sua misericordia che salva ogni uomo. Il lebbroso samaritano vive la gratitudine verso Dio, quando sperimenta in Gesù il modo in cui l'amore misericordioso di Dio incontra la sua vita; nella sua fede è grato. Noi come viviamo la gratitudine dell'incontro dell'amore che ci salva?

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