domenica 22 novembre 2015

Daniele 7,13-14 / Salmo 92 / Apocalisse 1,5-8 / Giovanni 18,33/B -38
Il suo regno in questo mondo!

Ciò che meditiamo oggi - meglio sarebbe dire: ciò che viviamo oggi - è l'epilogo della storia del regno dei cieli. Quel regno di cui Gesù in molti modi si è fatto portavoce, interprete e maestro ora viene rivelato nella vita stessa del suo re: un regno che non è di questo mondo ma che con la passione, morte e risurrezione di Gesù entra nel mondo. E ci starà fino alla fine dei tempi.
Che regno è?
È il regno espresso nelle Beatitudini, nelle Parabole, nella Misericordia, nell'Amore che è scaturito nel contatto tra Gesù e gli uomini e le donne lungo quelle strade di Galilea che sono la vita di tutti i giorni.
Il regno dei cieli si radica sulla terra, si fa spazio tramite il Vangelo e i segni di Dio e ne diventa realtà permanente e stabile.
Gesù ne è il garante, il re...
Un interrogatorio molto diretto e scarno, ma pur sempre una occasione per carpire qualcosa da questo uomo; uno sconosciuto per lui - il Governatore Romano - ma per i giudei un vero problema.
"Allora la questione è che tutti dicono che sei Re, ma è vero? Si io sono Re!"
Tutto il Vangelo di questa domenica si esaurisce in questa parole, ammissione di Gesù di fronte alla domanda di Pilato.
Noi troppo abituati al racconto della passione, rischiamo di non coinvolgerci, quasi come chi sta guardando una replica televisiva, pur anche di uno spettacolo a noi particolarmente gradito; invece a questo punto dovremmo sentire un orgoglio interiore, un orgoglio di commozione e ci dovremo sentire chiamati in causa, perché chi viene condotto in giudizio è il nostro Re, il nostro capo, il nostro maestro il nostro amato ... Il nostro Dio.
Come allora Gesù, oggi il cristiano si riveste della regalità di Cristo con quella stessa umiltà con la quale Gesù presenta a Pilato il senso di questo mondo, frutto del l'invidia, dell'ingiustizia, del male; un modo che non sapendo amare storpia anche solo il senso di questa parola.
Tutto ciò che Gesù ha cercato di suscitare nei suoi discepoli è l'idea di un regno di Dio, possibile anche dentro la nostra realtà finita. Quel l'idea che aveva origine lassù, a fatica riuscì a fare breccia fintanto che quel regno non dimostra la sua vera natura, quella di regnare attraverso il servire l'amore. Il re dei giudei ha oggi il volto di ogni cristiano che sta di fronte al mondo con la verità che è lo stile di Gesù, cioè chi fa del servire e dell'amare lo scopo della propria vita; lì non ci sono dubbi, è il Re del regno dei cieli ... I giudei avevano fatto un po' di confusione!

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