domenica 15 novembre 2015

Daniele 12,1-3 / Salmo 15 / Ebrei 10,11-14.18 / Marco 13, 24-32
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."

Quando entriamo nei capitoli apocalittici dei vangeli, un senso di timore normalmente ci pervade; misurarci con il compimento di tutte le cose, con la venuta del Figlio dell'uomo, mette in evidenza tutta la nostra inadeguatezza.
Siamo inadeguati rispetto alla comprensione dei testi;  siamo sempre impreparati a un incontro con il Signore che porta compimento anche in noi. L'incontro con il "figlio del'uomo" generalmente lo identifichiamo con il momento della morte, ma in realtà ad ogni istante della vita è chiesto di trasformarsi in tempo di attesa, non per generare angoscia, ma per far maturare in noi il desiderio pieno di Lui.
Ogni momento della nostra vita intessuto della fede nel Signore Risorto diventa tempo che da pienezza, che mostra il compiersi di tutte le cose.
Sarà la sua stessa Parola a condurci in questo itinerario di compimento, formandoci alla comprensione e al discernimento degli eventi.
Nulla di ciò che viviamo é casuale,  tutto deve essere ricondotto al fine che è Dio Stesso.
Le letture di oggi sono quindi certamente una immagine sul compimento di tutto ciò che esiste nell'ultimo giorno, ma sono ancor prima l'occasione per imprimere in noi il Sigillo di Dio. Quando gli apparteniamo, la nostra esistenza riecheggia del sua parola di salvezza; quando gli apparteniamo la paura della fine cede li  passo alla gioia del fine. La nostra vocazione - meglio dire chiamata a seguire il maestro in una vita di fede e di amore a Lui - ci apre alla possibilità di essere da Lui condotti alla nostra vera pienezza.
Le parole del Salmo possono suggerire il giusto atteggiamento per accogliere la parola di Gesù: "Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra".
La tua Parola che "rinane" mi conduce nella vita; nella gioia della tua presenza...una dolce tenerezza mi invade!

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