sabato 9 gennaio 2016

1 Giovanni 4,11-18 e Marco 6,45-52
... non avevano capito ...


Tutta la vita del Signore è all'insegna dell'accanto, dell'incontro del contatto con gli altri. I suoi sentimenti e le sue parole ci fanno sentire come lui sia particolarmente coinvolto con la realtà è con le persone che ha attorno. Tutto questo è molto interessante e ci serve per tradurre e per comprendere cosa significa "incarnazione"; cosa significhi "Dio con noi"; cosa significhi dimorare in noi e noi in lui. Alla luce del suo stile di vita possiamo comprendere in quale modo la categoria umana dell'esperienza diviene parte del mistero stesso di Dio. Ma nonostante tutto questo, resta una straordinaria differenza che neppure l'abbassamento, la "kenosis" riescono ad annullare; resta infatti l'originalità e l'alterità dell'esistenza concreta di Dio: salire sul monte a pregare e camminare sulle acque ...
La preghiera di Gesù non è un gesto rituale, ma ci viene condiviso come uno spazio di silenzio e di esclusività, in cui esiste solamente quella relazione tra il Padre e Lui. La preghiera per quanto possa sembrare uno spazio di esclusione, in realtà si pone sempre come lo "spazio" da cui partire per "salire con loro sulla barca" ... E tutto cambia!

Nessun commento:

Posta un commento