domenica 25 settembre 2016

Amos 6,1.4-7 /  Salmo 145 / 1 Timoteo 6,11-16 / Luca 16,19-31
Quale valore ha il tempo e la vita ... 

Come ogni parabola, deve provocare, smuovere e introdurre un ragionamento nuovo. Ciò che in questa immagine ci provoca, è il confronto tra la ricchezza del ricco, descritta in tutta la sua ingiustizia: "indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti"; e la povertà descritta con una puntualità disarmante: "Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe". Il confronto si traduce nell'indifferenza della ricchezza verso la povertà. 
È la stessa indifferenza di un mondo che non vuole vedere la povertà che sovrabbonda. Ma questa indifferenza e cecità, possono anche trasformarsi in muri, ma non frenerà il disperato tentativo del povero di entrare nello spazio del ricco. Il povero cercherà sempre di toccare ciò che è del ricco, perché quella ricchezza ... In parte gli appartiene.
Ma la parabola rimbalza immediatamente dalla lettura della realtà ai valori che la determinano. Noi cristiani non possiamo porci nella logica mondana asservendoci alle ideologie dominanti. Noi discepoli del Signore dobbiamo pesare, con estrema cautela le orale rivolte a Timoteo da Paolo: "Tu, uomo di Dio ... tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni".
Ora la parabola orienta il nostro sguardo non più sulle realtà del momento ma sul destino eterno. Mettendo in evidenza quella correlazione tra la nostra esistenza nel tempo e il nostro compiersi nell'eternità. Non due situazioni in contrapposizione e neppure in una semplice successione; ma due situazioni di vita in cui l'una e l'altra gettano luce sul reciproco senso. Ciò che hai vissuto nella realtà è come l'hai vissuta, da consistenza alla vita eterna. Una eternità beata, non è quindi il semplice frutto o la giusta ricompensa di una vita terrena buona; una eternità beata è il modo in cui una vita terrena beata si realizza fuori dal tempo. "Ogni uno si scalda alla legna che ha tagliato", questo impone al presente una dimensione valorale inaspettata... Ma comunque veritiera.

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