domenica 27 marzo 2016

Atti degli Apostoli 10,34-43 / Salmo 117 / Colossesi 3,1-4 / Giovanni 20,1-9
Pasqua di risurrezione del Signore
Con lui è Paradiso.

Corrono tutti, a vedere il luogo della sepoltura, quella corsa, quel sepolcro vuoto si stagliano bruscamente nei ricordi di Giovanni e rappresentano il punto di partenza del suo credere nella risurrezione, della sua testimonianza anche per tutti noi della risurrezione del Signore.
Credere nella risurrezione significa moltissimo, e non solo credere che Gesù è tornato in vita e che il sepolcro è vuoto; credere nella risurrezione è credere nel Paradiso e soprattutto imparare come farne esperienza concreta.
Nel Vangelo di Luca, letto domenica scorsa, del racconto della passione, una frase mi è rimasta nel cuore: (il malfattore) "ricordati di me quando sarai nel regno di te" (Gesù) "amen, dico a te, oggi con me sarai nel paradiso".
Cos'è il Paradiso ... Il suo Regno è paradiso, la sua resurrezione è paradiso, la sua misericordia è paradiso; perché il paradiso, così come Gesù ce lo fa comprendere, è la conseguenza di quel l'atto di amore che è la sua vita donata, che lega a se stesso la stessa vita di quel primo innamorato, il "buon ladrone".
Che cosa è il Paradiso?
Paradiso è il riscatto di tutto a partire dalla nostra esistenza spesso avvilita e svuotata della sua bellezza, ma che finalmente rinascere dall'alto e rinasce nella misericordia (cioè l'amore fedele, che mai viene meno) del Padre. Paradiso significa c'è ancora una possibilità, sempre...
Il Paradiso non è quello che si guadagna con il sangue della vendetta dei terroristi dello stato Islamico...
Il paradiso è il frutto del sangue di Gesù Cristo, unico martire e testimone dell'amore che tutto trasforma, nel donare se stesso.
In questo giorni potrebbe essere facile smarrire il gusto del paradiso, e lasciarci sopraffare dal l'odore nauseabondo della morte. Ma tutti in gesti disperati di morte Dio muore, come direbbe Francesco Guccini, Dio è morto (...)
"ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto, 
nei miti dell' estate dio è morto... 
nei campi di sterminio dio è morto, 
coi miti della razza dio è morto 
con gli odi di partito dio è morto..."
E poi continua ... "Ma penso (...)
che se dio muore è per tre giorni e poi risorge ..."
Dire quindi che Gesù è risorto significa riconoscere che il ladrone è in Paradiso!
Allora di fronte alla morte e alla cultura di morte del nostro tempo è della nostra civiltà non posso scadere nella vendetta;
di fronte alle atrocità non posso tremare nella paura;
di fronte all'odio non posso reagire con lo scarto dell'altro;
Di fronte ai fuggitivi, e ai profughi non posso offrite barriere e casse di legno per un mesto ritorno ...
Se reagiamo così dimostriamo di non credere al Risorto e nel Risorto, di non credere nel Paradiso.
Credere al Paradiso è credere in Gesù e alla sua risurrezione, credere in Gesù vivo, che abita realmente e definitivamente lo spazio e il tempo del Paradiso; non come realtà esclusivamente del cielo, o di un altro mondo e neppure come il premio dei giusti.
Il paradiso è realtà a partire dalla misericordia di cui Gesù in croce è stato capace. Quindi per immagini, è paradiso:
Il paradiso è la gioia del pastore che trova la pecora perduta: amore che si carica dell'altro;
Il paradiso è la festa che fa la donna che trova la moneta: la gioia di essere Chiesa;
Il paradiso è l'abbraccio tra il padre e quel figlio che era morto ed è tornato in vita, perché tornato a casa sua, nella dimora dell'amore: la tenerezza che consola è che riempie di speranza;
Il paradiso è l'eterna misericordia del Padre che diventa in Gesù misericordia per ogni nostro giorno.

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