giovedì 3 marzo 2016

Geremia 7,23-28 e Luca 11,14-23
Il dito di Dio


I dieci ci andamenti, la legge di Yhwh sono stati scritti dal dito di Dio (Esodo 31,18); ciò implica una relazione diretta tra volontà di Dio e vita dell'uomo, tra Dio stesso ed etica della legge. È in questa originaria relazione che si genera la fedeltà di Dio e dell'uomo, e anche la sua infedeltà, come Geremia denuncia: "La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca". Ma quel dito di Dio incide la legge (cioè una esistenza di vita) continuamente nelle "tavole del tempo e della storia", tavole non di pietra ma dell'esistenza, incisioni per raccontare la vita, non per scrivere degli obblighi. Il Vangelo di Luca in una immagine composta, ci svela l'esperienza del discepolo incisa dal dito di Dio, cioè da Gesù, contrapposta all'esistenza sorda e cieca di chi "non ascolta, né presta orecchio alla parola". Quando il cuore è malvagio, quando si mostrano le spalle a Dio, l'uomo forte si è già impadronito della nostra "casa". Solo la fedeltà di Yhwh, solo il dito di Dio può "sfrattare" tale inquilino ...

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