venerdì 25 marzo 2016

Isaia 52,13-53,12 e Giovanni 18,1-19,42
Venerdì Santo
Portando la croce...


"... Egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo." La croce che questa sera baceremo è la croce che Cristo ha abbracciato con la vita; Lui porta la croce, accettare di portarla significa dare pienezza all'immagine del buon pastore che si carica la pecora smarrita. Se il pastore in quel gesto esprime la misericordia di Dio vero l'ultimo e verso ciascuno, affinché nessuno sia perduto, e raccoglie le fatiche e lo sfinimento di chi, perduto, non trovava modo di tornare all'ovile, nel "regno dei cieli"; allo stesso modo la croce portata sulle spalle dal Signore, ci apre alla comprensione che il nostro peccato, ciò che è la nostra morte, la nostra lontananza e smarrimento, viene abbracciato da Gesù, con la sua vita, e in quell'abbraccio tutto si trasforma in vicinanza di Dio. La croce e Gesù divengono un tutt'uno di misericordia. La croce piantata sul Golgota da patibolo di morte è, e sarà sempre indicazione per il cielo, innalzamento di Cristo e dell'uomo con lui.

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