lunedì 14 marzo 2016

Daniele 13,1-62 e Giovanni 8,12-20
Alla tua luce, alla tua presenza ... la vita


"... Neanche io ti condanno" (Gv 8,11) ... Con queste parole Gesù stravolge ogni comprensione del peccato e del giudizio che la Legge di Mosè prevedeva per l'adultera. Questo stravolgimento trova la sua origine nella identità del Maestro, lui è la luce del mondo! Chi segue lui non cammina nelle tenebre ma cammina nella vita (Gv 8,12). Camminare nelle tenebre è frutto della presunzione di possedere la volontà di Dio, di credere di giudicare rettamente secondo la legge di Dio; camminare nella vita corrisponde invece nel sostenere sempre la vita, anche la vita del peccatore, nel prendersene cura. Gesù non si scandalizza del peccatore, e vuole essere luce al suo cammino, affinché il peccatore in quella luce recuperi la vita, e in quella vita cammini verso il suo compimento, nella volontà del Padre. È questa logica di Gesù che trova ostacolo, trova fatica e resistenza nella ragionevolezza di scribi e farisei, ma anche di fronte al nostro perbenismo e alla nostra autoreferenzialità. 

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