domenica 6 novembre 2016

2 Maccabei 7,1-14 / Salmo 16 / 2 Tessalonicesi 2,16-3,5 / Luca 20,27-38
I figli di Dio risorgono!

Per comprendere questo brano occorre capire cosa sta accadendo:
- I Sadducei, il nome deriva da Sado, sacerdote al tempo del re Davide, erano una casta sacerdotale, aristocratica e ricca; non credono nella risurrezione, accettano come ispirati solo i 5 libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Questi nel mondo e nella vita presente hanno messo buone radici.
- levirato, espressione che indica lavorassi giuridica attraverso la quale si garantiva la continuità del nome per l'uomo che moriva senza figli. Il cognato doveva mettere incinta la donna vedova. Una pratica squalificante la donna è il segno del figlio, emblema della vita che nasce.
- figli di questo mondo e figli della risurrezione ... I figli di questo tempo sono i Sadducei, impegnati a prendere mogli e mariti per fare sopravvivere un nome, un casato ...
I figli del tempo futuro sono figli della risurrezione ... Figli di Dio ... Sono come gli angeli che hanno ma vita e l'esistenza da Dio ...
La fede dice San Paolo non è di tutti, parole durissime, ma danno il senso della necessità di usare il tempo della vita per fare della fede lo spazio della comprensione dei misteri, lo spazio in cui la ragione è l'intelletto si attivano per ricercare la verità è scrutare il trascendente.
Il nostro tempo che mette al bando ogni trascendenza e si aggrappa a cercare nel benessere e nel piacere (edonismo) il modo per esiliare ogni pensiero di morte, non da risposte circa il destino dell'uomo e il perché delle cose create.
Le parole di Gesù spezzano il grigiore dell'uomo "grigio" e sazio delle suor "cose", un uomo che non ha speranza, non ha aspettative (desideri), un uomo per cui la felicità è condizionata dalle situazioni e dal possesso, ma non è una vera beatitudine esistenziale.
Nelle sue parole conclusive, Gesù, dice: "Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: ‘Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe’ (Es 3,6). Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché in lui tutti vivono". La fede in Dio, la stessa fede di Abramo nostro padre, contiene già in se la garanzia che la nostra vita gli appartiene, e che nemmeno la morte cancella la promessa di amore che si concretizza nell'essere tutti figli.

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