venerdì 25 novembre 2016

Apocalisse 20,1-4.11-21,2 e Luca 21,29-33
Ispirazione delle scritture...

È nello "spazio" di queste parole (letture di oggi) che possiamo comprende cosa sia l'ispirazione delle scritture.
Scritti per una funzione di insegnamento didattico? Per una indicazione morale? Oppure per esprimere un contenuto teologico o catechetico?
Credo per nessuna di queste nobilissime funzioni. Per l'evangelista, tutte Le parole di Gesù (e qui l'evangelista si pone in relazione con tutta la narrazione dei quattro vangeli), sono sintetizzate in questa frase: "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno", cioè non solo non verranno dimenticate, ma quelle parole risuoneranno in eterno come "Parola fatta carne". L'ispirazione della scrittura è la possibilità inaudita di quelle parole di rappresentarci al presente, svelandolo, lo stesso mistero di Dio. Nello stessa condizione, Apocalisse, trova nelle parole di Gesù la possibilità di essere, non l'insieme di visioni, ma lo spazio in cui la realtà, attraverso le immagini e i segni, costantemente si rigenera nella narrazione della storia della salvezza. La fatica di leggere l'Apocalisse è proprio questa, quella di voler a tutti i costi interpretare in modo categorico le immagini ... Attenzione, quelle immagini sono linguaggio di Dio, pensiero di Dio. Che cosa stupenda è la Scrittura, sua Parola!

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