domenica 13 novembre 2016

Malachia 3,19-20 / Salmo 97 / 2 Tessalonicesi 3,7-12 / Luca 21,5-19
Salvare la vita nel bel mezzo del "guazzebuglio"


Una lettura apocalittica dei nostri giorni:
- crisi economica conclamata dal 2008. Ormai sono 8 anni, abbiamo assistito al crollo delle sicurezze economiche, all'impoverimento di tanti, alla crisi dei mercati e delle speculazioni. Rovina di molti e spregiudicata ingiustizia di altri;
- il mondo si rovescia, popoli che sono in guerra contro altri popoli; migrazioni di massa, profughi che invocano pane, diritti negati e giustizia;
- terrorismo internazionale, forze occulte e potere economico intrecciati per tracciare nuove strategie di forza e soprattutto ridisegnare col sangue il volto della terra; le stesse persecuzioni alla chiesa, ai credenti agli uomini di pace;
- progressiva indifferenza e disumanizzazione. L'uomo perde la sua identità e dignità; non è più un popolo ma una massa. Un corpo senza cuore e senza volto, del quale nessuno si prende cura;
- la stessa natura manifesta tutta la sua contrarietà e disarmonia, terremoti, catastrofi atmosferiche e cataclismi. Ancora una volta le forze della natura dimostrano la loro violenza e corruzione apportatrice di morte e distruzione;
- confusione politica, tra riforme e referendum; incertezze su un leadr che eletto nella sorpresa di molti, inevitabilmente eserciterà il suo influsso sulle scelte dei popoli e la storia di questo mondo, nello stesso modo in cui è accaduto in passato.
Discernere il tempo, in forza della nostra vita e fede, significa non restarne imbrigliati, incatenati, imprigionati.
Nonostante tutto questo sguardo preoccupato e preoccupante, il nostro è anche un tempo in cui la Chiesa con forza e profezia sta rinnovando se stessa. Si spoglia e si spoglierà di tutta la pesantezza di orpelli che sono i tradizionalismi, che nulla hanno a che vedere con la santa tradizione; si rinnoverà nello stile del Vangelo recuperando la povertà evangelica come sfondo della comprensione di sé. Recupererà la missione come vocazione, cioè chiamata ad essere per il mondo prima che per sé stessa.
Anche le nostre comunità sentono l'urgenza del rinnovamento e allo stesso tempo alla fedeltà al pensiero di Cristo, e contemporaneamente sperimentano la fatica del "si è sempre fatto così" ... Che grande fatica.
Di fronte a tutto questo non si può stare inermi, ma come cristiani siamo chiamati a fare la nostra parte, incuranti delle nostre sicurezze ... Tanto sappiamo bene che: "... nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto ..."

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