mercoledì 19 luglio 2017

Esodo 3,1-6.9-12 e Matteo 11,25-27
Ti rendo lode, Signore ...


Questa esplosione di gioia spirituale e non solo, di Gesù, corrisponde alla spontanea e corroborante relazione tra Gesù e il Padre. Gesù vive una intimità, frutto della preghiera e dello stare accanto al Padre, che motiva il moto gioioso che si evidenzia nelle sue parole. Nello stesso modo Mosè impara la meraviglia del roveto che arde, e non si consuma. Nel momento stesso in cui la distanza tra Mosè e il roveto (Yhwh) si riduce, Dio stesso "grida"dal roveto; quanto più la distanza si accorcia, tanto più forte è l'intensità della presenza di Dio, e più forte risulta la relazione con Lui.
La lode di Gesù non è frutto di naturalezza (visto che lui è il figlio di Dio) ma è conseguenza della relazione vissuta con fedeltà e verità tra il Figlio e il Padre; quindi questo diviene vero anche per noi, quando tutto (o almeno, molto ...) ci giochiamo nella relazione con Dio. La nostra scarsa gioia e aridità, non deriva forse proprio da questo scarso coinvolgimento; se Mosè si fosse accontentato di stare a distanza, il grido di Dio sarebbe stato un sussurro.

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