venerdì 14 luglio 2017

Genesi 46,1-30 e Matteo 10,16-23
"Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato".


Questa espressione di Matteo, la dice lunga sul progetto di una vita cristiana; non si dà salvezza, cioè pienezza, senza un totale coinvolgimento, per cui ogni momento rappresenta il compimento della propria esistenza, e quindi l'occasione di partecipare all'amore che salva. Questo è lo sguardo con cui stare nella realtà: non esiste una condizione o un traguardo che rappresenti l'occasione di vittoria o di conquista del premio della salvezza; ma è la perseveranza lo stile della quotidianità.
Alla luce di questo, perseveranza, è lo stile di Giacobbe, la cui vita ed esperienza, non è un compimento risolutivo, ma è parte di un cammino iniziato con Abramo, e che in Israele si rinnova continuamente. Questo cammino è il cammino nelle promesse di Yhwh, e quindi della salvezza.
La perseveranza di cui parla Matteo, è la capacità di stare saldi e fermi nell'amore di Gesù, anche se tutto fosse segnato dall'assurdo: "fratelli contro fratelli, figli contro genitori, persecuzioni e uccisioni ..."
Ci sono uomini e donne che anche ai nostri giorni (in Siria) hanno fatto esperienza "dell'assurdo", eppure hanno perseverato nella fede e nell'amore di Cristo ... Perché?
Fede, fedeltà, cammino, salvezza ... Tutto a causa e per causa Sua!

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