domenica 23 luglio 2017

Sapienza 12,13.16-19 / Salmo 85 / Romani 8,26-27 / Matteo 13,24-43
Parabole per non capire ... Ma tutto è nelle parabole!

Ma che cosa è il Regno dei cieli?
In base a quanto ascoltato domenica scorsa, occorre abbandonare ogni pretesa di capire secondo le nostre logiche un eventuale regno dei cieli.
Per noi, cercare il regno dei cieli è spesso una questione di sicurezze psicologiche; di garanzie e certezze circa la fede; di compensazioni per le nostre fragilità etiche e morali. Il regno lo percepiamo come il premio per i buoni, per chi ha vissuto secondo i precetti del Signore. Il regno lo percepiamo come una sorta di "istituzione" alternativa alla nostra realtà spesso ingiusta e priva del senso religioso. Il regno lo viviamo come il divenire del Vangelo in contrasto con la mentalità del mondo.
A veder bene, Gesù parla del regno usando Parabole, semplicemente, perché ci sono cose che lo hanno colpito, e da quelle cose trae le immagini che identificano il suo modo di esprimere e condividere se stesso, ossia l'amore del padre, il "Regno" appunto!
Gesù ha parlato, insegnato, fatto segni ecc ... eppure ha raccolto anche rifiuti, diffidenza e critica. Si è confrontato con l'ingiustizia del suo tempo, e ha sperimentato come il suo insegnamento non incideva la vita dei tanti che lo seguivano. Sembra proprio che la zizzania fosse ciò che più attraeva e coinvolgeva; la zizzania lavorava e cresceva con maggior vivacità; la zizzania si confondeva con le sue parole... Eppure nonostante tutto questo, la zizzania non è destinata a essere infestante per sempre; ora cresce insieme, ma alla fine, solo il seme buono produce il frutto che rimane. Gesù ci dice che lui, le sue parole rimangono, nonostante tutto e tutti i segni di sconforto.
Passando fra le mani un piccolissimo seme, Gesù avrà chiesto, almeno una volta: "che seme è questo". Gli hanno risposto che era "Senapa" e gli avranno anche mostrato la pianta. Quale meraviglia, quali imponenza, quale possibilità ha quella pianta ...
Guardando in casa una donna che impastava il pane, rimane positivamente stupito e meravigliato ... Come sempre, dal fatto che quella donna non si curava della lievitazione, ma dopo avere impastato la farina, da dentro, scaturiva una forza che rendeva il pane lievitato e buono!
Non credo dobbiamo imparare cose particolari circa il regno dei cieli, se non che Gesù in quelle immagini racconta e propone se stesso. Lui si immedesima in quelle immagini e le propone come occasione per stare di fronte a qualcosa che ci richiama il mistero di Dio.
Lui è il seme buono che rimane buono pure se c'è tanta zizzania; lui è lo straordinario che si nasconde, piccolo piccolo nella realtà ordinaria; lui è la vita buona che se impastata con la nostra farina tutto fa crescere ... Il regno è tutto questo ... Non riduciamolo a una istituzione o a delle esperienze "strette" da dover fare e archiviare.
Il regno dei cieli è più una condivisione del mistero di Dio, perché ci accorgiamo che ci affianca e ... riconoscendolo nella vita ne restiamo toccati e meravigliati, per questo coinvolti.

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