lunedì 18 ottobre 2021

Alla fine resta il meglio ...

2 Timoteo 4,10-17 e Luca 10,1-9


Paolo scrive la lettera durante il tempo della prigionia a Roma durante il processo; anzi, dalle sue parole si capisce che è imminente la sua condanna a morte. Non è un caso quindi che il tono della conclusione della lettera sia quasi quello di un testamento, nel quale ci si rivolge con maggiore intimità a chi è più caro, con raccomandazioni concrete e esplicite, ma anche con una costante attenzione a ciò che sempre ha occupato, l'impegno, i desideri e le preoccupazioni di Paolo: annunciare il Vangelo. Il lato personale della lettera mette in evidenza i contatti e le relazioni con le persone, conosciute e amiche; ma anche con coloro che gli si sono opposti o mostrati, nel tempo contrari.
È un Paolo famigliare ordinario che si rivela in ultimo, un apostolo attento alle tante situazioni della quotidianità, come anche incurante della sua fragilità, il bisogno dell'aiuto e della vicinanza di tanti, fino a chiedere anche di riportargli il mantello. Dettagli non insignificanti, ma perle della sua umanità più vera. Alla fine si rivela un Paolo premuroso e bisognoso di affetto, di amorevolezza! Quanto di tutto questo ci appartiene ... Tutto quanto!

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