venerdì 1 ottobre 2021

Ci siamo ostinati a non ascoltare!

Baruc 1,15-22 e Luca 10,13-16


Una pagina inquietante, la profonda amarezza del profeta di fronte a un dato di fatto: il popolo di Israele è incapace a corrispondere all'alleanza che Dio ha stabilito con loro, è un popolo che non ascolta, non obbedisce; è un popolo ribelle e ostinato. Siamo nel tempo dell'Esilio  in Babilonia, e Baruc si trova a confrontare la sua fedeltà a Yhwh con la progressiva indifferenza di un popolo che sempre più si allontana dal suo Dio.
La lettura storica ci conduce a facili parallelismi, ma alla fine risulterebbero inadeguati e impropri. La vita degli esiliati lontano dalla loro patria è per molti condizione di esclusione, marginalità e irrilevanza di Dio. In tutto questo Baruk legge e rileva in modo preponderante il disonore del suo popolo e il suo peccato.
Ma proseguendo nella lettura del libro del profeta, non ci limiteremo al riconoscimento del peccato e della infedeltà, ma arriveremo alla reazione di Dio: come Yhwh agisce nell'irrilevanza, nell'esilio della storia del suo popolo?
Ecco che Dio si mette, ancora una volta, in attesa dei tempi del suo popolo e continua ad amare la sua gente, e a suggerire percorsi e attraverso circostanze e persone invita a rimettersi in cammino, nella ricerca di luce e verità. È questa condizione in cui si colloca Dio che supera ogni irrilevanza e ogni esperienza di scarto. Come dire che per Dio l'irrilevanza e la marginalità sono accidenti storici e non mutano o limitano la sua vicinanza e il suo precedere i passi della nostra storia.

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