domenica 17 ottobre 2021

Servi di tutti, padroni di nessuno

Isaia 53,10-11; Salmo 32; Ebrei 4,14-16; Marco 10,35-45

A chi non è mai capitato di porsi di davanti al Signore insieme a Giacomo e Giovanni e dire con tono da bambinesca presunzione: "Noi vogliamo che tu faccia ciò che ti chiediamo: sedere uno alla tua destra, l’altro alla tua sinistra nella tua gloria." E di fronte a ciò la risposta spiazzante di Gesù: "Voi non sapete cosa chiedete..., cioè non capite, non conoscete non vedete".
Chi oggi si azzarderebbe a chiedere a Gesù "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra", non credo troveremo molti pretendenti, anche se l'immagine non fosse quella del Golgota, il maestro di Galilea, il Cristo Signore si troverebbe in solitudine.
Che cosa nasconde la nostra domanda se non il tentativo di manipolare a nostro vantaggio la vita di fede e la vita di comunità? Stare alla destra e alla sinistra per noi è prestigio, vantaggio, potere, ma per Gesù invece che cosa significa?
Le parole e lo stile di Gesù dettano l'identità di coloro che stanno a destra e a sinistra - e non è questione politica -, per capire Gesù occorre partire da questa espressione: "Tra voi non è così!" Ma come deve essere?
Queste parole mettono in luce la differenza tra chi è alla sua destra e a sinistra, mettono in evidenza cosa significa stare con Lui. Gli altri dominano; non sia così tra voi, ma vi metterete a fianco delle persone, e non al di sopra. Gli altri opprimono; ma voi invece sollevate le persone, tiratele su e sostenetelo nelle loro fatiche e fragilità.
Tra voi sia tutto regolato attraverso le possibilità che si generano amando i fratelli e non dominandoli. È questo modo di porsi di Gesù che disegna e riscatta il nostro umano, ridipinge la nostra immagine e somiglianza con Dio. È l'amore che ci fa servi dei fratelli; che rigenera la nostra umanità e ci libera dalla disumanità di cui sempre siamo capaci; è l'amorevolezza che ci riscatta dall'indifferenza; è la tenerezza che vince il nostro indomabile egoismo.
Gesù di fronte ai tanti Giacomo e Giovanni, non si indigna, ma mette in atto proprio ciò che insegna e quindi si avvicina, e ... ci chiama a sé, e nell’intimità del cuore a cuore, ci spiega, e cerca ti fare emergere quel buono che è dentro di noi: il desiderio di vita, di bellezza, di armonia. Cerca di fare emergere quel buono che è in ognuno di noi, quella parte sana, piccolissima magari, ma da non perdere.
Tutto alla fine si chiarisce e si fissa in queste poche parole di Gesù: "Sono venuto per servire".
Parole che ci spiazzano perché dicono come l'onnipotenza di Dio si rivela nel servire, e il servire è amare.
Gesù capovolge ogni nostra prospettiva, quando non corrisponde al desiderio del Padre, e ci mostra una bellezza e una profondità che stordisce e stupisce.
Se ci pensiamo bene Gesù ci insegna che siamo stati creati per essere amati e serviti da Dio; e lui che per amore ci dona la sua vita e ci spiega che pure noi amando e donandoci insieme a lui, superiamo ogni limite, ogni paura, ogni male, ogni peccato, superiamo anche la nostra stessa morte.
Stare alla destra e alla sinistra, oggi, significa accogliere un calice non sempre facile da bere. Significa non rimanere indifferenti rispetto alle sofferenze di una umanità disperata, disprezzata, scartata, affamata e perseguitata.
Essere alla sua destra e sinistra, bere il calice ci espone di fronte a un mondo in cui il servire e la gratuità sono realtà che sfuggono alla civiltà globale e perfetta, in cui tutto ha una rispondenza economica, e la gratuità dei gesti di amore non è ammissibile, anzi è impensabile che si possa dare/offrire la propria vita per amore dell'altro.
Oggi, in questo nostro mondo Gesù ci offre la possibilità di bere al Suo calice, per questo non possiamo restare latitanti; noi cristiani, al di là della momento di crisi che vive la Chiesa, possiamo offrire una proposta che ribalta il pensiero poco umano e privo di slanci. Gesù continua a ripeterci che "Tra voi non è così! ... Chi vuole diventare grande tra voi sia il servitore di tutti". Una vita di servizio non genera una vita da servi, da schiavi, ma genera la vicinanza più prossima, come quella di Dio che si fa uomo. Dio si fa nostro servo! È Lui che si inginocchia ai piedi di ogni suo figlio, si cinge un asciugamano e lava i piedi, e fascia le nostre ferite. L'unico modo perché non ci siano più padroni è essere tutti a servizio di tutti.





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