giovedì 14 ottobre 2021

La giustizia giusta!

Romani 3,21-30 e Luca 11,47-54


Dio, nonostante tutto e anche la nostra volontà di perderci, non ci ha abbandonato, ma attraverso Gesù ci è venuto a cercare e a salvare. È questo il vertice del pensiero di Paolo; la salvezza dal peccato e dalla morte è un dono di garzia nella fede, e non per merito. Dio non è mai lontano, neppure quando siamo noi stessi a porre le condizioni di lontananza (sia volute che non volute). Paolo ha sperimentato nella da vita quella tenerezza di Dio che si è rivelata come predilezione e vicinanza, sempre, anche nei momenti di sofferenza, fatica e prova. Dio supera ogni nostra aspettativa nella sua fedeltà e misericordia, aprendo sempre la strada per quel rapporto personale e positivo con lui: "ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio".
Leggendo questi passi di Romani, possiamo rischiare di cadere ancora nei vincoli delle conseguenze della legge, ma è l'esperienza della fede di Paolo che deve guidarci oltre gli schemi di una giustizia puramente umana, che non andrebbe oltre una semplice condanna. La giustizia che Paolo ha vissuto è quella di sentirsi amato anche se peccatore; di scoprirsi voluto bene nonostante le sofferenze di cui lui stesso è stato artefice; di sapersi giusto, non per i meriti ma per il dono della vita che Cristo costantemente offre a partire dalla sua passione, morte e risurrezione.
Quando la nostra fede illumina e rende evidente l'amicizia che Dio vuole realizzare con noi,  allora vengono meno tutti gli stereotipi umani e intellettuali di una fede religiosa fondata sull'osservanza di prescrizioni invece della reciprocità dell'amore/amicizia. La fede infatti è esperienza di amorevolezza!

Nessun commento:

Posta un commento