venerdì 8 ottobre 2021

È un Dio cattivo se ci sollecita la conversione?

Gioele 1,13-15; 2,1-2 e Luca 11,15-26


Oggi, inizieremo a leggere il libro di Gioele, un libro - che riflette il pensiero dell'uomo della Bibbia - che mostra chiaramente due lati del carattere di Dio. Da un lato l’ira e la santità di Dio e dall'altro il Dio è pieno di misericordia e compassione. Questi due aspetti sembrano essere in contrasto tra di loro. Ma non c’è alcun contrasto, ma procediamo con gradualità. Ciò che ci fa problema è conciliare il giudizio e la severità con la misericordia, proprio perché nella nostra umanità queste situazioni si oppongono. Ma nel "cuore di Dio", richiamarci a conversione non è una grottesca forma di prova, o una coercizione con finalità positiva;  è un percorso nel quale Dio stesso si coinvolge toccando le nostre fragilità, i nostri peccati, in un processo di coscienza e di liberazione che ci rigenera, ma per noi umani, questo processo è fonte di sofferenza: è un travaglio. Pensare che in tutto questo Dio agisce nella sua misericordia e nel suo amore per ciascuno di noi è a dir poco straordinario per quanto difficile. Forse l'esperienza più assimilabile è quella genitoriale di fronte a un figlio difficile o ribelle, è l'esperienza della vicinanza e dell'amore nonostante il rigetto, spesso senza giustificati motivi. Oggi con Gioele siamo invitati, prima di tutto a vedere il cuore di Dio. Il periodo storico che stiamo vivendo, non è il frutto di una punizione divina, ma nella fragilità e criticità del momento, Dio entra nella nostra vicenda umana nel silenzio, nel nascondimento e anche nel rifiuto; ma ugualmente stando accanto, ci sollecita nella nostra umanità a non lasciarci deformare dal male del peccato. La misericordia apre all'ascolto del cuore di Dio.

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