lunedì 21 marzo 2022

… si mise in cammino.

2 Re 5,1-15 e Luca 4,24-30


Gesù percepisce benissimo che le sue parole, quelle pronunciate nella sinagoga dì Nazareth, fanno problema, non sono accolte con speranza e neppure con quella docilità di cuore che ogni israelita pone di fronte alle scritture di Dio; quasi che, nella bocca di Gesù, il passo di Isaia non sia più ascoltato e accolto come “scrittura”.
Ma se loro, si scandalizzarono, noi invece, il nostro mondo, rimane indifferente rispetto a tutto ciò che fa riferimento a Gesù, quasi come fosse qualcosa di superato e ormai privo dì significato per la vita.
Ma ciò che Gesù continua a ripetere di sé, ciò che resta del suo esserci, è di essere davvero Via, Verità e Vita.
La provocazione dì Gesù rifacendosi ai profeti dell’antico testamento Elia ed a Eliseo, porta ciascuno a confrontarsi con la profezia, cioè con la potenza di quella Parola che è di Dio e che agisce nella storia e nella vita secondo un progetto tutto suo, non standardizzato e certamente non convenzionale. Ma è questa originalità della Parola che va a recuperare coloro da cui non speriamo nulla: stranieri, scartati, non credenti, lontani dalla Chiesa, tutti coloro che non “sentendosi apposto” si mettono in cammino insieme al Signore, un cammino di ricerca e di verità, un cammino di amorevolezza.

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