giovedì 10 marzo 2022

Vieni in nostro aiuto

Ester 4,17k-u e Matteo 7,7-12


La lettura di Ester, ci pone immediatamente i fronte alla storia attuale, nella quale si consuma di nuovo il dramma dei popoli: la narrazione, il grido di chi è oppresso e condannato al genocidio ... Da allora, non si contano gli eventi che caratterizzano i piani malvagi di chi progetta crudelmente  per i propri fini il sacrificio dei piccoli, dei poveri e degli inermi di un popolo straziato. Ester invoca Dio come liberatore di fronte all'ecatombe che si prefigura si suoi occhi: lo sterminio della sua gente. La crudeltà dell'animo umano è tale che può raggiungere anche l'abisso del male, cioè la soppressione della vita del fratello. Non a caso il primo genocidio della Bibbia, si consuma, nelle vicende dei progenitori Adamo ed Eva, ed è l'uccisione premeditata di Abele, per gelosia, ad opera del fratello, Caino.
Ma la nostra preghiera non può limitarsi a una richiesta di aiuto, non può essere una semplice invocazione di rivincita per l'ingiustizia subita.
Quel chiedete e vi sarà dato; cercare e troverete; bussate e vi sarà aperto, raggiunge l'ottenimento di una cosa buona. Il "buono per tutti i figli di Dio", del Padre; in questo consiste la preghiera: in un Padre che sempre, da cose buone ai figli che gliele chiedono. È in questo momento così critico che la nostra preghiera supera il tenore della richiesta infantile per essere una invocazione esistenziale, per partecipare alla bontà del creatore. Gesù ci sprona a una preghiera intensa e profonda, espressione di un bisogno inaudito di amore, di buon senso, per cui faccio agli altri ciò che vorrei che gli altri facessero a me. Questa è la "cosa" buona!



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