venerdì 2 settembre 2022

Digiuno e vino buono.

1 Corinzi 4,1-5 e Luca 5,33-39

È strano come ai due estremi di questo brano di Vangelo troviamo il digiunare e il vino gradevole. Un accostamento dirompente nel cui interno si cela una evidente esperienza critica.
Il digiuno, o il mangiare, non sono il punto della fede; non possiamo formalizzare la vita di fede nell'osservana di norme e precetti, o di sterili penitenze. Il punto centrale della fede è stare con Gesù. Non si può amare, come chiede il maestro, ripetendo stanchi rituali. Un sì a Gesù è un sì ad un vero itinerario di novità e di grazia, paragonabile alla sorprendente vitalità del vino nuovo o la gradevolezza di quello vecchio.
L'immagine del vino, esuberante e forte, è immagine dell’amore che ci chiama a corrispondere amando nei modi e nei momenti più vari e diversi. È questo amore che rende il nostro quotidiano lo spazio dell'esperienza della fede, dove non si possono mettere in atto mezze misure o mediocri rattoppi. Non è questa esigenza ciò che è di fronte alla Chiesa oggi?

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