mercoledì 14 settembre 2022

Esaltazione della Santa Croce

Numeri 21,4-9 e Giovanni 3,12-17

La storia di Gesù, rappresenta per alcuni di noi un avvenimento molto lontano, per altri una vicenda che si adombra di fantasioso mistero ... come è possibile che tutto l'esistente possa esprimersi, rivelarsi e concentrarsi in una esperienza così marginale e irrilevante? Come conciliare questa apparente distanza tra il mistero eterno di Dio e la fragilità umana. Nelle parole di Giovanni: "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna", raccogliamo la convinzione che i contemporanei di Gesù hanno realizzato di lui. Queste parole significano che l'uomo non è semplicemente il frutto maturo della evoluzione, ma che già appartiene a Dio nel precedere l'atto creativo.
Ecco allora che dall'incarnazione al mistero della croce tutto esprime come "Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui". La croce di cui oggi facciamo memoria è in questo senso un segno piantato sul mondo per ricordarci che siamo amati e salvati dal sangue di Cristo, cioè che - in un modo o in un altro - apparteniamo a Dio.

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