martedì 13 settembre 2022

Ho fede nella vita

1 Corinzi 12,12-14.27-31 e Luca 7,11-17

Dopo aver guarito il servo/amico del Centurione e aver lodato la fede di quel soldato romano, l'evangelista Luca, ci racconta come Gesù, di sua iniziativa, opera la risurrezione di un ragazzo morto.
Forse non è un semplice caso questa successione narrativa. Forse Luca vuole portarci a ciò che è il cuore della nostra fede in Gesù. Non crediamo in Gesú per i suoi miracoli di guarigione, ma per la sua relazione con la vita. Se il Centurione ha una fede così grande da potersi esprimere nella piena fiducia in ciò che Gesú puo fare, di fronte a questo ragazzo morto siamo portati a misurarci con ciò per cui è data la fede: "sia che viviamo, sia che muoriamo, noi siamo del Signore".
È di fronte alla morte, come nostro limite assoluto, che ha origine la fede nel Signore. Già in questo racconto Luca ci dice che la nostra vita sembra non avere un senso, quando le cose e le persone a noi più care si allontanano da noi, quando con la morte sembra non esserci più la speranza. È in questa deriva che Gesù si propone come nostra fede; egli tocca la bara che a volte prende la forma della nostra vita, ci guarda con grande compassione, ci rialza e ci restituisce, anche ora la vita.

Nessun commento:

Posta un commento