venerdì 30 settembre 2022

Amarezza e speranza

Giobbe 38,1.12-21;40,3-5 e Luca 10,13-16

Due città Corazìn e Betsaida - citate sia qui in Luca come anche in Matteo -, individuando un triangolo che si completa con Cafarnao, la zona in cui, come dice l'evangelista Matteo, sono avvenuti il maggior numero di miracoli; si tratta dell'area sul lago di Galilea in cui si  concentra l'azione di annuncio del Regno di Dio, da parte di Gesù.
Convergono infatti in queste zone le varie indicazioni dei Vangeli sia canonici che apocrifi. È proprio da queste indicazioni che iniziamo a realizzare l'amaro rimprovero a queste città, per la loro mancata conversione. È da queste parole che comprendiamo la conversione come novità di vita che scatta dall'incontro con Gesù stesso. È la "parola, il verbo" fatto carne che ci rivela la nostra piena identità, ed appartenenza al suo stesso mistero di amore. La durezza del cuore, la resistenza alla conversione si manifestano nell'ipocrisia di una fede fatta di osservanza per alcuni, per altri nell'indifferenza e irrilevanza di ciò che è Gesú. Nelle parole di Gesu, non c'e solo rimprovero e amarezza, ma anche incoraggiamento (Sodoma e Gomorra) a rendere la nostra vita occasione di novità, fervore e adesione alla sua Parola e al suo amore.



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