martedì 30 agosto 2016

1 Corinzi 2,10-16 e Luca 4,31-37
Il Sabato della Parola


Sono due le situazioni che vengono privilegiate in Luca, quando ci racconta che cosa faceva il Signore: il Sabato e la Parola. L'esorcismo, la liberazione dal male, rappresenta il segno di ciò che la Parola è capace di agire nel giorno del Signore. Per un Ebreo, il sabato è ben più di un giorno festivo: è "lo Shabbat", il riposo, o meglio la cessazione dal lavorare. È la festa più importante tra le Liturgie ebraiche; riconduce il credente alla libertà dalla schiavitù dell'Egitto e ci offre il tempo in cui Dio contempla l'opera delle sue mani, la creazione. Il Sabato è ben più di un precetto, di una legge, ci introduce nello spazio della libertà dei figli di Dio. È la massima espressione della libertà, quella dal male: quando il male occupa il nostro tempo/spazio, la libertà non c'è più, è stata imprigionata, divorata. La Parola, del Signore, che è Parola del Padre, risuona nel Shabbat e redime lo spazio di schiavitù in spazio di libertà. L'unico capace di questa attività è "il Santo di Dio".

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